Questa ragazza ha fatto parte del Campo Scuola finanziato dalla nostra Onlus 4 anni fa......l'amore dato poi torna!

Ogni grande marcia comincia con un piccolo passo!

Abbiamo cominciato con l'adozione di un bambino della Guinea Bissau.


Attraverso l' AMREF si può cominciare a donare Pozzi ai Villaggi Africani, primo passo per una indipendenza.

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Caro Riccardo,

scusami tanto per il ritardo con cui rispondo alla tua mail, ma come ti dicevo poco fa al telefono, sono rientrata venerdì scorso in ufficio dopo essere stata in Kenya per circa 15 giorni in visita dei nostri progetti.

Nei giorni scorsi ho avuto dunque modo di vedere il lavoro che AMREF svolge con le comunità e la grande capacità di queste ultime di far proprio i messaggi appresi.
Ho incontrato tanti persone che a distanza di anni dai nostri interventi mi hanno mostrato i reali benefici apportati per loro e per i propri bambini. 
Come sempre una grande emozione!

Visitando i pozzi mi rendo sempre più conto di quanto i benefici immediati e nel lungo termine generino un circolo virtuoso tale da lasciare un segno perenne in una comunità e che parte di tutto questo è possibile solo grazie al sostegno di tutti voi.

In particolare essendo stata in Kitui, area rurale situata in Kenya ed avendo condiviso le priorità d'intervento previste per l'annualità in corso con tutti i colleghi, ho pensato di portare avanti questo progetto con voi proprio in quest'area, dove l'esperienza ormai decennale in loco, ci ha permesso di raggiungere degli importanti risultati, che ci spinge a continuare in questa direzione, con l’obiettivo di portare un ulteriore incremento e miglioramento delle condizioni di vita di migliaia di persone in questa zona del continente africano.

Come già accennato durante il corso dell'anno sarà mia premura aggiornarti sullo stato di avanzamento dei lavori ed in ultimo documentarti tutto con una foto del pozzo su cui sarà inciso "“FEDERICO VILLANI".

In settimana ti invierò una prima lettera in formato cartaceo con alcune indicazioni sull'area d'intervento, ma ho pensato ti potesse far piacere ricevere questa comunicazione e tutte le altre che seguiranno anche via mail in modo da poterle condividere con tutte le persone che insieme a te hanno preso parte a questa iniziativa!

Nel restare dunque a tua completa disposizione, ti auguro di trascorrere una piacevole giornata e ti mando un caro saluto.
A presto
Francesca Giannetta

Francesca Giannetta
Unità Fund Raising

AMREF Italia 

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Potete trovare qui sopra l'informativa dell'AMREF riguardo il primo pozzo Federico Villani.....ci siamo quasi!!!! 

Ebbene Si.......Pozzo Numero due!!!!!

Anche tu puoi adottare un bimbo della Guinea Bissau.



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Di seguito una lettera ricevuta dalla Guinea Bissau:

Carissimi,

sono Natalia, mamma di William. Non ho parole per descrivere la mia gratitudine per la grande generosità che avete dimostrato nell'aiuto per la crescita di mio figlio. Sono rimasta orfana di madre da quando avevo due anni e la perdita di mio padre è avvenuta quando ne avevo dieci. Sono stata accudita dalla zia sorella di mio padre che è morta 4 anni fa. Destinata per sfortuna sono caduta in un matrimonio sfortunato come ragazza madre abbandonata con due figli. Scusatemi per aver raccontato tutto questo, ma vi sento ormai come parte della mia storia per questo grande sollievo che state dando a mio figlio William poermettendogli di sperimentare la serenità stando a scuola in mezzo ai suoi compagni.

Vi ringrazio di cuore e auguro la benedizione del Signore a voi e a tutto quel che fate.

Pace e bene ad ogni instante della vostra vita!


Con Gratitudine

Natalia Biagnè


Siccità  in Africa: aggiornamento dal campo.

Testimonianza di G. Vassallo in missione nei luoghi colpiti dalla siccità 

Arrivato in Kenya chiedo da subito informazioni sulla siccità  e sui problemi che sta creando. Incontro a Nairobi Rebecca una giovane ragazza che mi dice con orgoglio che i primi aiuti alimentari sono già  arrivati.
E' visibilmente scossa ".. la televisione trasmette immagini terribili: la scena di un bambino attaccato al seno della madre ormai morta ha smosso gli animi di tutti noi".

Incontro Denge responsabile del progetto idrico-sanitario in Kitui. Denge viene dal nord, dal distretto di Marsabit. La sua è una famiglia di pastori. Mi dice che hanno già  perso l'80% del bestiame. Da qui alle prossime piogge, a novembre, perderanno tutto.

A migrare sono soprattutto donne e bambini spinte dalla fame a lasciare le proprie case in cerca di un posto dove trovare cibo e acqua. Gli uomini infatti si sono già  allontanati all'inizio della siccità  con la maggior parte degli animali in cerca di acqua e pascoli.
Hawa, la figlia e cinque nipoti hanno percorso 50 km a piedi verso la città  di Wajir. "Tutti i nostri animali sono morti perché non c'era pascolo e non c'era acqua."

Prova della devastazione che la siccità  sta portando sulla vita della gente è il paesaggio disseminato di carcasse di scheletri di capre e mucche.
Occasionalmente, trovo i resti di un asino. Non forniscono latte o carne ma gli asini sono più resistenti degli altri animali e rappresentano l'ultima possibilità  di sostentamento per le famiglie. Sono utilizzati per trasportare legna da ardere per uso domestico e per la vendita, e per portare l'acqua su lunghe distanze.
Quando anche l'asino muore la famiglia non ha letteralmente più nulla.

Mwangi, l'infermiera responsabile del reparto maternità  del Wajir Hospital parla del preoccupante aumento di diagnosi di anemia nelle donne in gravidanza.
La combinazione di vivere in un ambiente duro, la malnutrizione e le ore di cammino hanno portato a un aumento della preeclampsia dei parti prematuri e dei bambini nati sottopeso.
Le donne incinte arrivano denutrite, non hanno abbastanza sangue, e non hanno la forza di spingere i bambini durante il parto e, una volta nati, non sono in grado di allattarli al seno.

Abdia è già  stata al Centro Sanitario due settimane fa con suo nipote. Il bambino ha due anni, ma per la denutrizione sembra di otto mesi appena.
Viene subito assistito ma non vuole lasciare le braccia di Abdia. Lei gli sta accanto fino a quando sarà  dimesso.
Dopo qualche giorno si ripresenta al Centro. "Non so cosa dargli da mangiare", spiega Abdia. "
Usavo il latte di capra ma abbiamo dovuto venderle tutte per comprare farina. Gli animali rimasti non riusciamo neppure a venderli perché troppo magri.
Noi sopravviviamo da giorni bevendo tè nero ma non abbiamo nulla da dare al bambino.

I primi fondi raccolti sono stati fondamentali per il sostegno delle popolazioni colpite da questa catastrofe.
L'apertura di Centri di Accoglienza nelle 10 zone a rischio come quello dove opera l'infermiera Mwangi sta facilitando il parto e il soccorso delle donne con gravidanze avanzate e il sostegno dei bambini appena nati.
Il Presidio di emergenza dove Abdia ha portato il nipote è stato rifornito di integratori alimentari e vitamina A per bambini, donne incinte e malati di AIDS .
AMREF sta inoltre lavorando per garantire la tutela dei i servizi igienico-sanitari e di tutte le fonti idriche raggiunte dai progetti. Per prevenire malattie causate dall'acqua contaminata distribuirà  1,8 milioni di pasticche per la disinfezione dell'acqua e sta incrementando le analisi batteriologiche su tutte le fonti di acqua potabile.

Molto è stato reso possibile grazie agli aiuti ricevuti ma la situazione richiede ancora il nostro impegno.
Ogni singolo aiuto è fondamentale.

Grazie.